Un caso esemplare di trasformazione indebita del divieto di abuso del diritto in norma impositiva in bianco

Un caso esemplare di trasformazione indebita del divieto di abuso del diritto in norma impositiva in bianco

Corr. Trib. 22/2012, pag. 1670 e segg. Il divieto di abuso del diritto fiscale, non trovando fonte nel dettato di una chiara e precisa norma di legge, si presta ad essere indebitamente utilizzato dall’Amministrazione finanziaria per introdurre «ex post» nuovi obblighi impositivi, sorprendendo il contribuente che non ne aveva previsto l’esistenza, per di più con il risultato di aggirare la riserva di legge relativa in materia tributaria. Ed infatti nel caso «Dolce e Gabbana» tale divieto è stato utilizzato per assoggettare a tassazione a valore normale la plusvalenza realizzata mediante una vendita di marchi posta in essere al di fuori...

I limiti alla deduzione della nullità dei negozi per frode alla legge tributaria

I limiti alla deduzione della nullità dei negozi per frode alla legge tributaria

Corr. Trib. 20/2010, pag. 1603 e segg. I negozi non possono essere considerati nulli per mancanza di causa per il solo fatto che, in assenza di vantaggi fiscali, genererebbero una perdita economica per una delle parti, non solo perché anche tali vantaggi devono essere presi in considerazione per verificare l’equivalenza delle prestazioni, ma anche perché tale perdita economica può derivare da una retrocessione di vantaggi fiscali che il legislatore, non solo non ha vietato, ma ha legittimato. Inoltre, la deduzione della nullità dei negozi per frode alla legge tributaria sembra ora preclusa dall’art. 10 della legge n. 212/2000, ove statuisce...

Le iniziative della Commissione UE sulle procedure di sgravio d’imposta

Le iniziative della Commissione UE sulle procedure di sgravio d’imposta

Corr. Trib. 43/2010, pag. 3575 e segg. La legge fiscale italiana risulta per lo più adeguata alla Raccomandazione della Commissione UE del 2009 sulle procedure per l’applicazione degli sgravi d’imposta. Tuttavia rimane ancora da fare per quanto attiene, non solo alla permanenza dell’obbligo di nomina di un rappresentante fiscale da parte degli intermediari non residenti, ma anche ai tempi di erogazione dei rimborsi. Non è ragionevole erogare i rimborsi dopo più di sei anni dalla richiesta e richiedere a distanza di dieci anni nuovi documenti prima non richiesti. La Commissione UE ha da tempo posto fra i suoi obiettivi la...

Gli oneri finanziari soggetti ai nuovi limiti di deducibilità dall’imponibile IRES ed IRAP

Gli oneri finanziari soggetti ai nuovi limiti di deducibilità dall’imponibile IRES ed IRAP

Corr. Trib. 21/2009, pag. 1664 e segg. Gli oneri finanziari soggetti ai due nuovi limiti di deducibilità dall’imponibile IRES, introdotti, da un lato, per le società e «holding» industriali, e, dall’altro, per le società bancarie, finanziarie ed assicurative e le relative capogruppo, sono solo quelli derivanti da rapporti con causa finanziaria e cioè, come ha chiarito la circolare n. 19/E del 2009, da rapporti che abbiano la funzione di consentire ad una parte di ottenere la disponibilità temporanea di un capitale dall’altra. L’art. 96 del T.U.I.R., come modificato, dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge Finanziaria 2008) e dall’art....

Dubbi di costituzionalità sul regime degli interessi passivi per banche ed assicurazioni

Dubbi di costituzionalità sul regime degli interessi passivi per banche ed assicurazioni

Corr. Trib. 16/2009, pag. 1283 e segg. Esistono seri dubbi sulla legittimità costituzionale dei nuovi limiti di deducibilità degli interessi passivi dall’imponibile IRES ed IRAP delle imprese bancarie, finanziarie e assicurative in quanto tali limiti di deducibilità legittimano il prelievo delle predette imposte anche in mancanza di quella manifestazione di capacità contributiva che ne costituisce il presupposto e cioè il conseguimento di un reddito o di un valore della produzione netto – determinato al netto dei relativi costi – e comportano altresì un’ingiustificata disparità di trattamento fra le predette imprese, consentendo di prelevare, a parità di profitti, un ammontare di...

Esclusa la diretta efficacia dell’abuso del diritto per le imposte dirette

Esclusa la diretta efficacia dell’abuso del diritto per le imposte dirette

Corr. Trib. 9/2009, pag. 699 e ss. In forza della normativa comunitaria, il principio di divieto di abuso del diritto non può esplicare diretta efficacia nell’ordinamento nazionale italiano nella materia delle imposte dirette. A questa conclusione sembrano pervenute anche le Sezioni Unite della Corte di cassazione, che hanno affermato che la fonte di un generale principio antielusivo «va rinvenuta non nella giurisprudenza comunitaria quanto piuttosto negli stessi principi costituzionali che informano l’ordinamento italiano» e, segnatamente, nel principio di capacità contributiva. Pertanto, secondo questa nuova tesi sarebbe tale principio costituzionale a consentire di rendere inopponibili all’Amministrazione finanziaria, nella materia delle imposte...

Il nuovo regime di tassazione degli utili da partecipazione e dei proventi equiparati nel decreto legislativo di “riforma dell’imposizione sul reddito delle società”

Il nuovo regime di tassazione degli utili da partecipazione e dei proventi equiparati nel decreto legislativo di “riforma dell’imposizione sul reddito delle società”

È stato pubblicato su Rassegna Tributaria, I, 2003 p.p. 1924-1985, l’articolo dell’avv. Escalar su “Il nuovo regime di tassazione degli utili da partecipazione e dei proventi equiparati nel decreto legislativo di riforma dell’imposizione sul reddito delle società” Scarica la PubblicazioneDownload