Sono lieto di segnalare che è stato pubblicato sul n.12/2019 del Corriere Tributario un mio articolo sulle Criticità dei rilievi di esterovestizione di società unionali.
In particolare, in tale articolo ho rilevato, fra l’altro, che le contestazioni di esterovestizione di società italiane con sede in altri Stati UE motivate sulla base dell’assunto che tali società sarebbero prive di autonomia decisionale avendo demandato le loro decisioni strategiche ai soci di controllo italiani non sono fondate, in quanto la residenza fiscale di una società è ubicata nel luogo in cui il suo organo decisionale assume le decisioni relative alla sua gestione ordinaria, mentre l’abuso della residenza fiscale è configurabile soltanto se manca il reale insediamento all’estero della predetta società. Pertanto, a questo fine, non può assumere rilevanza il grado di autonomia decisionale perché il potere di determinare le decisioni della società controllata non può costituire, al contempo, tanto il presupposto per l’esercizio della libertà di stabilimento quanto il presupposto per il disconoscimento di tale libertà.
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